Proprietà nutrizionali farro perlato

Farro perlato

Il farro è una delle prime varietà di frumento coltivate dall’uomo. Originariamente molto diffuso nei bacini del Mediterraneo, nel Medio Oriente e in Asia, sin dall’Impero Romano è stato progressivamente sostituito dal grano comune. Oggi sono principalmente tre le varietà che vengono prodotte: il farro monococco (Triticum monococcum), il farro dicocco (Triticum dicoccum) e quello spelta (Triticum spelta). La coltivazione del farro è andata via via riducendosi nel corso dei secoli. È stata infatti soppiantata dal comune grano tenero e dal grano duro, che discendono rispettivamente dal farro grande e dal farro medio. Si tratta di un cereale da riscoprire, la cui produzione viene ora associata soprattutto all’agricoltura biologica e alla valorizzazione delle zone agricole marginali.

Benefici nutrizionali

Il farro presenta un maggior contenuto proteico rispetto ad altre tipologie di frumento. Si tratta di un cereale ricco di vitamine e di sali minerali, ma povero di grassi. Le fibre in esso contenute aiutano a favorire il transito intestinale e a proteggere la salute dell’intestino, contribuendo all’eliminazione delle scorie.

Il farro garantisce un apporto calorico piuttosto basso, pari a 344 kcal per 100 grammi di prodotto. Naturalmente povero di grassi, ha un contenuto proteico lievemente maggiore rispetto al grano tradizionale, pari all’11-15%.

Il consumo di questo cereale contribuisce all’apporto di vitamine del gruppo B e di proteine attraverso l’alimentazione quotidiana. Tra gli elementi nutritivi essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo presenti nel farro troviamo tiamina, niacina e riboflavina. Tra i sali minerali maggiormente presenti nel farro, troviamo fosforo, potassio e magnesio. Per quanto riguarda le vitamine, l’attenzione è rivolta soprattutto a vitamina A, B2 e B3.

Il farro è un alimento più digeribile rispetto al grano duro e al grano tenero. Chi soffre di stitichezza può trarre beneficio dalle proprietà lassative di questo antico cereale. Il farro può inoltre essere utile per proteggere l’apparato digerente da malattie come le gastriti e da disturbi come il ristagno della bile nell’intestino.

Il consumo di farro viene talvolta consigliato nelle diete dimagranti. Si tratta infatti di un alimento saziante, che può aiutare a limitare le quantità di cibo e di calorie introdotte durante i pasti. Il suo contenuto di fibre insolubili favorisce infatti la pulizia dell’intestino e la depurazione dell’organismo.

Il contenuto di niacina di questo cereale contribuirebbe ad abbassare i livelli di colesterolo LDL e il rischio cardiovascolare. Il consumo di farro è inoltre considerato utile per ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Il suo elevato contenuto di fibre e di elementi nutritivi benefici contribuisce alla prevenzione di insulino-resistenza, ischemie e obesità.Il farro, proprio come il comune grano tenero, contiene glutine. Non è dunque adatto a chi soffre di celiachia o di intolleranza a questo elemento e deve dunque seguire una dieta senza glutine. Chi è allergico alle proteine del grano, potrebbe invece tollerare le proteine contenute nel farro, che risultano di più facile digeribilità. Si tratta comunque di un aspetto da valutare con attenzione a seconda delle problematiche di salute individuali. L’elevato contenuto di fibre del farro, con particolare riferimento alla sua versione integrale, potrebbe rendere questo alimento controindicato in soggetti con particolari problemi intestinali o digestivi, come ad esempio la colite.

Usi in cucina

Il farro può essere utilizzato nella preparazione di zuppe e minestroni,ma è particolarmente apprezzato come ingrediente principale di insalateestive. Può inoltre essere usato per la realizzazione di polpette e burger con l’aggiunta di legumi o verdure. Ottimo anche come sostituto del riso per la preparazione di primi piatti.

Le informazioni riportate sono state elaborate dalla Dott.ssa Lucia Brandimarte, Biologa Nutrizionista che dal 2013 si occupa di educazione alimentare, con interesse particolare alle problematiche legate all’obesità del bambino e dell’adulto, nonché alle esigenze nutrizionali correlate ai vari aspetti della vita della donna, quali gravidanza, allattamento e menopausa.

Recentemente ha praticato un tirocinio presso l’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, incentrato sulla nutrizione oncologica, sia come prevenzione che come supporto alla terapia farmacologica.